Beirut (Agenzia Fides) – Una “soluzione istituzionale” di ordine politico e giuridico. Una sorta di compromesso di alto profilo per uscire dalla nuova drammatica crisi in cui si sta avvitando la nazione libanese, dopo i tragici fatti di sangue avvenuti giovedì 14 ottobre, quando a Beirut sette manifestanti sciiti sono stati uccisi da cecchini appostati sui tetti nel quartiere cristiano di Tayyouneh-Ain al Remmaneh. Risponde a queste caratteristiche la proposta articolata elaborata dal Cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca della Chiesa maronita, e da lui esposta martedì 26, in una serrata sequenza di incontri con i massimi vertici istituzionali del Paese dei Cedri.
In una sola giornata, il Primate della Chiesa maronita è stato ricevuto dal Presidente Michel Aoun (cristiano maronita), dal Premier Najib Mikati (musulmano sunnita) e dal Presidente del Parlamento Nabih Berri (musulmano sciita), ricevendo dai suoi tre autorevoli interlocutori cenni di consenso ai suggerimenti da lui avanzati per disinnescare le pericolose contrapposizioni politiche e istituzionali che paralizzano il Paese – alle prese con una crisi economica devastante – e proiettano sul vissuto di milioni di libanesi l’incubo di un ritorno dei sanguinosi conflitti settari sofferti negli anni della guerra civile.