Appunti di Gianni Valente

Categoria: SecondaMano

Profanata, bombardata, ricostruita, abbandonata: il caso emblematico della chiesa armena di Raqqa

A quasi 5 anni dalla cacciata delle milizie jihadiste da Raqqa, la chiesa dei Martiri, che era stata ridotta in macerie, si staglia di nuovo nel centro città in tutto suo splendore. È stata per lungo tempo in mano ai miliziani dello Stato islamico, che la trasformarono in tribunale, e anche da lì dettavano legge e imponevano la loro “giustizia” jihadista. Poi è stata devastata dai bombardamenti a guida occidentale che hanno raso al suolo buona parte del centro urbano, quando si doveva espugnare quella che era stata per anni la capitale-roccaforte siriana del Califfato nero. Negli ultimi anni è stata ricostruita come nuova da un singolare movimento para-militare, i Free Burma Rangers, formatosi nei conflitti tra milizie etniche e esercito birmano, per iniziativa di un pastore evangelico statunitense. Ma i pochi cristiani autoctoni che vivono ancora in città non la frequentano, non vi si celebrano messe, e a utilizzarla di tanto in tanto sono gruppi cristiani evangelici di formazione recente.

La sequenza di cose avvenute negli ultimi anni dentro e intorno a quella chiesa, un tempo officiata da sacerdoti della Arcidiocesi armeno-cattolica di Aleppo, rende quel luogo di culto una specie di emblema delle pressioni, degli interessi contrastanti e dei fattori enigmatici che condizionano la presenza dei cristiani in Siria e in altri scenari mediorientali. «In quella vicenda c’è qualcosa di strano, non si capisce cosa c’è dietro», confida all’Agenzia Fides Boutros Marayati, Arcivescovo armeno cattolico di Aleppo.

In memoria di Giacomo B. Contri (1941-2022), esploratore del Libero Pensiero di Cristo

Nei suoi ottant’anni di vita, lo psicanalista Giacomo B. Contri, spentosi nel pomeriggio di venerdì 21 gennaio, è diventato discepolo, amico, maestro e compagno di strada indimenticabile per una moltitudine di persone. Compresi Jacques Lacan, Michel de Certeau e don Luigi Giussani.

Negli anni ruggenti della rivista 30Giorni, che ho avuto il dono di vivere, fu anche per noi un specie di maestro esploratore da seguire in avventurosi fuoripista, dietro la sua libera e liberante scoperta del “pensiero di Cristo”. Le sue folgoranti intuizioni lasciavano sempre lietamente spiazzati rispetto a moralismi e sentimentalismi di ogni risma che assediavano a ogni passo, e a cui era ed è quasi fatale assuefarsi. Nelle sue frasi fulminate avvertivamo un riverbero singolare e vitale del fatto cristiano come dono inimmaginabile e gratuito, dilectio che può avvincere e vincere le cupidigie del mondo non perché le rimuove o le combatte, ma solo se e quando le sovrasta in godimento (lui, Contri, tirava in ballo il “principio di piacere”…).

Il corpus immenso di scritti e interventi che raccontano solo in parte l’avventura umana, intellettuale e cristiana di Giacomo B. Contri si può consultare online su www.operaomniagiacomocontri.it . A chi scrive vengono in mente anche ricordi più squinternati, e chissà cosa ne direbbe la sua psico-analisi. (Come quella volta che lui era sceso a Roma dalla sua amata Milano, e dopo mezza giornata insieme mi chiese di riaccompagnarlo in auto fino a piazza Farnese, ma lungo la strada si addormentò, e io aspettai fermo in macchina almeno una mezz’ora, che lui si risvegliasse).

In memoria grata di Giacomo B. Contri, si ripropone su SenzaMandato una intervista pubblicata nel febbraio 1993, che prendeva le mosse da Karl Marx, da lui indicato anche in anni recenti come un autore fondamentale per la sua comprensione delle cose («e da giovani» – aggiungeva allora «eravamo pure tutti innamorati di Jenny, la moglie di Karl…»).

Sono passati quasi 30 anni. Eppure, tra le righe di quelle sue risposte, si possono cogliere cenni di impressionante attualità.

 

KARL MARX, LA GRAZIA E LE DUE CITTÁ

Intervista con Giacomo B. Contri di Gianni Valente

Da 30Giorni, n.2, febbraio 1993, pp. 56-57

«I cattolici hanno avuto due torti con Marx: di dargli torto spesso per cattive ragioni, di dargli ragione sempre per cattive ragioni». Giacomo B. Contri, psicoanalista allievo del mitico Lacan, pare saperla lunga. Ha frequentato per parecchio tempo l’accigliato padre del comunismo. «C’è stato un tempo in cui non poteva esserci nessuno più marxista di noi. Non l’ho dimenticato. Recentemente, dopo l’89, sono tornato al primo libro del Capitale, nella versione commentata da Louis Althusser; che spettacolo!». E allora chiediamolo anche a lui: possono tornarci utili a capire la realtà di questi anni le intuizioni del filosofo di Treviri?

GIACOMO B. CONTRI: Certo, a noi interessa la politica. Nel senso che le città, le polis, sono due. Siamo dei realisti, e la realtà sono due città. Le due città di sant’Agostino. Detto questo, molto di Marx diventa interessante. 

Qualche esempio?

CONTRI: Penso alla sua analisi delle classi. Al criterio di classe dominante. Sarebbe utile applicarlo al grande passaggio di mano tra classi dominanti che sta avvenendo oggi in Italia.

La canonizzazione di Charles de Foucauld e le “Chiese della Visitazione”

Costantina (Algeria) – Charles de Foucauld sarà proclamato santo a Roma il prossimo 15 maggio. Ma nelle terre in cui fratel Charles di Gesù ha dato la propria vita e ha per anni elevato e adorato nel deserto l’ostia consacrata, la sua santità già accompagna e irriga giorno dopo giorno, per vie misteriose e silenziose, il vissuto e il cammino delle multiformi comunità cristiane disseminate nel Maghreb.
In Algeria, il Paese dove Foucauld visse buona parte della sua imparagonabile avventura spirituale e dove fu ucciso il 1° dicembre 1916, vescovi e esponenti delle diverse comunità ecclesiali presenti nel Paese hanno cominciato a confrontarsi sul modo di scandire localmente il cammino verso la cerimonia di canonizzazione. «Un programma è in via di sviluppo», confida all’Agenzia Fides Nicolas Lhernould, 46 anni, del dicembre 2019 Vescovo di Costantina. C’è già pronto un libretto in francese e arabo con la vita e gli spunti principali della spiritualità del futuro santo, e anche una mostra itinerante realizzata nel 2016, in occasione del centenario della sua morte, ora in esposizione nella basilica Notre Dame d’Afrique a Algeri, che sarà utilizzata di nuovo per far conoscere la sua storia e la sua spiritualità. Si sta valutando anche la possibilità di pellegrinaggi locali delle nostre comunità sui luoghi dove fratel Charles ha vissuto. Saranno pellegrinaggi “familiari” di piccoli gruppi, non pellegrinaggi moltitudinari. In sintonia con il tratto di discrezione e di piccolezza che connota la nostra esperienza ecclesiale».
L’annunciata canonizzazione di Charles de Foucauld – fa notare il Vescovo Lhernoud – «si inserisce in una serie di avvenimenti e ricorrenze che toccano il nostro presente e la nostra memoria ecclesiale. Stiamo ancora commemorando i 25 anni della scomparsa del cardinale Léon-Étienne Duval, che fu Arcivescovo di Algeri dal 1954 al 1988 e guidò la Chiesa algerina negli anni cruciali della decolonizzazione e dell’indipendenza. Per noi è carico di suggestione anche il recente riconoscimento delle virtù eroiche di Magdeleine di Gesù, che nel 1939 fondò le Piccole Sorelle di Gesù a Touggourt, nel Sahara algerino, sui passi di Charles de Foucauld. E poi c’è l’attualità dei martiri e dei santi di queste terre, da Sant’Agostino fino a Pierre Claverie, Vescovo di Orano ucciso nel 1996, e i suoi 18 compagni, tra i quali i 7 monaci di Tibhirine, beatificati nel 2018 sulla ‘spianata della convivenza’ del santuario di Santa Cruz a Orano».
Per i cattolici in Algeria, il cammino verso la canonizzazione di Charles de Foucauld e le altre congiunture richiamate dal Vescovo Nicolas rappresentano soprattutto occasioni preziose per riscoprire la propria vocazione a essere “Chiesa di Nazareth, della relazione e dell’incontro”, riassaporando la propria gratuita familiarità con i trent’anni di “vita nascosta” vissuti da Gesù prima di iniziare la sua missione pubblica. «La situazione in cui viviamo» spiega il Vescovo di Costantina – rende sempre più chiaro che siamo chiamati non a “fare” noi, ma a lasciarci ospitare. Siamo qui prima di tutto per essere accolti. E Gesù nel Vangelo secondo Matteo dice: “Chi accoglie voi, accoglie me”». Per questo uno dei racconti evangelici a cui si guarda con più commozione è quello della Visitazione, con la Madonna che va con prontezza a visitare Elisabetta.

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